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PLANETA TERRA*

LA SOSTENIBILITÀ INCONTRA IL VINO

Il tempo un po’ uggioso di questo anomalo giugno siciliano può scoraggiare i gitanti dell’ultimo minuto ma non i nostri valenti corsisti del primo livello della delegazione Agrigento-Caltanissetta. E cosa può esserci di meglio che concludere questa prima fase del loro percorso con la visita ad una delle aziende storiche della nostra isola?

Arriviamo in autobus presso la tenuta di Dorilli non molto distante da Vittoria in provincia di Ragusa, ci accoglie il giovane Costante Planeta, nipote del più famoso Diego scomparso pochi anni fa. Se si potesse definire con due sostantivi, Costante è la simpatia e la professionalità e ci ha fatto da Cicerone lungo un percorso oltre che storico anche sensoriale lasciandoci subito liberi di raccogliere i gelsi bianchi e neri che crescono copiosi nella loro tenuta.

L’antico casale ristrutturato mantenendo l’impronta liberty e rispettando le origini rurali si mostra al nostro arrivo circondato da vigne, alberi e piante fiorite a ricordarci che qui la natura viene toccata il meno possibile. Principio che ritroviamo procedendo nella visita e ritrovandoci attorno alla suggestiva piscina. Suggestiva nella sua semplicità, pietra e acqua e nulla più.

Le prime viti vengono piantate qui nel 1997 nella tenuta che prende il nome dal vicino fiume Dirillo, su questi suoli di sabbia rossa e fondo calcareo, e subito si fanno i conti con un clima da entroterra siciliano con un caldo estivo pesante e una leggera brezza proveniente dal non lontano mare. Ti aspetteresti vini dai colori carichi e invece no, eccolo lì il primo vino in degustazione, sincero rappresentante del terroir :il Frappato. Rosso rubino trasparente, lucentezza da far invidia all’omonima pietra preziosa, profumi freschi e succosi già al naso che si trasformano in una elegante e delicata trama tannica. Procediamo verso l’assaggio del secondo vino che, a questo punto, deve essere per forza un Cerasuolo di Vittoria del quale tutti i siciliani dovremmo saper parlare visto che è ahimè l’unica e sola DOCG dell’isola. Qui il frappato viene accompagnato dal più noto Nero d’Avola, in percentuali previste dal disciplinare con fermentazione e affinamento tutto in acciaio. Fresco e vibrante, tannini morbidi, nette le note di gelso nero e frutti di bosco, finale lungo e avvolgente. Ma se siamo già adesso ad alti livelli cosa ci aspetta con il Cerasuolo Classico Dorilli annata 2018? La ciliegia è diventata quella nera ben matura, un tocco di mandorla amara, la cannella, il tutto sormontato da un profumo non invasivo di vaniglia probabilmente aiutato dall’affinamento per 12 mesi in botti grandi. In bocca la rotondità del tannino si fonde in perfetto equilibrio con note leggermente affumicate.

Prima di mettere nello stomaco qualcosa vogliono farci degustare il loro olio da cultivar biancolilla, nocellara e cerasuola. Tra i nostri seguaci odierni abbiamo Salvatore Diliberto titolare dell’azienda Arke’ di Caltanissetta e ne approfittiamo “usandolo” per una piacevole ma veloce spiegazione sulla degustazione di olii.

Noi saremmo già pienamente soddisfatti così se non fosse che durante il light lunch Costante ci sorprende con un inaspettato regalo aprendo solo per noi una magnum di Santa Cecilia 2008, che poi sarebbe il nome originale della famiglia baronale da cui discendono. Un Nero d’Avola in purezza che affina in barriques per più di un anno e che nel bicchiere si mostra ancora perfettamente vivo e vegeto pronto a stupirci al naso con nuances di spezie dolci, frutta matura e una spalla acida ben presente che ci fa presagire ulteriore possibile invecchiamento. In una parola: profondo.

Barcolliamo ma non molliamo verso il buffet dove la fa da padrone una squisita focaccia impastata due giorni fa e infornata poche ore prima, panelle, formaggi con gelee di Nero d’Avola, e altre stuzzicherie rigorosamente tipiche del territorio. Nel frattempo il sole ha deciso di venirci finalmente a trovare, riposiamo all’ombra dei gelsi in attesa che salga il caffè nella moka (per 40 persone!), e a malincuore ci accingiamo a lasciare questo “luogo del cuore” come lo chiamava Diego Planeta, un’oasi di pace all’interno di un territorio troppo spesso dimenticato.

Lasciamo questa terra rossa, questo fogliame rigoglioso e verdissimo, un paesaggio dolcemente antico e immobile, il rispetto per la flora e la fauna locale, il vino succoso, il cibo fragrante…. Sembra quasi di essere in un altro pianeta. Ah già. È Planeta Terra!

*Planeta Terra è un progetto certificato di sostenibilità ambientale che comprende la bioarchitettura, una serie di comportamenti etici, il riciclo dei materiali, l’utilizzo delle energie rinnovabili e la tutela del paesaggio.

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